Recensione breve: “V for Vendetta” (fumetto) di Alan Moore

“La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta”. (Theodor Adorno)

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L’opera moderna. IL capolavoro.
Moore si carica sulle spalle una storia potente, forte di echi del passato, dal teatro e dalla letteratura, e la sviluppa con coraggio, passione e genialità. In un mondo in cui la libertà dell’individuo è assoggettata al controllo di un governo subdolo e criminale, in cui l’arte e la voce libera sono poste sotto l’indirizzo di un’informazione elitaria e mistificante, ecco comparire l’Uomo Nuovo: V. Una sorta di super uomo nietzschiano, capace di agire al di là del bene e del male, del bianco e del nero. Un’unico scopo: cantare la libertà.
Ecco allora che fra fraseggi incostanti e enigmatici, colpi di scena e rivoluzioni, Moore ci racconta il nostro presente, il nostro passato e forse (se noi lo permettiamo) il nostro futuro. Tanti i riferimenti alla Tatcher, ai crimini dei governi e alla corruzione delle forze dell’ordine. Ma non solo. Corruzione anche del singolo, del cittadino, che svende la sua parola e la sua libertà in cambio della sicurezza, in una contorta pulsione di vita e di morte verso il potere.

Grande opera.

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